domenica 11 novembre 2007


La zona di Bronte entra nel web.

La famiglia salesiana dialoga con i giovani usando il loro "linguaggio".

Dopo l’inaugurazione del nuovo anno pastorale hanno preso il via i lavori per la zona di Bronte. La realizzazione di un sito web e la creazione di alcune rubriche: questa l’innovativa proposta avanzata in consulta per il consueto laboratorio che terrà occupati i ragazzi della scuola animatori di secondo livello. L’iniziativa è stata lanciata dal rappresentante zonale, Davide Cartillone, nonché studente alla Facoltà di Informatica, che, nonostante qualche titubante, è alla fine riuscito ad entusiasmare gli animi. Il progetto prevede la suddivisione dei partecipanti in 5 gruppi, ognuno dei quali dovrà realizzare una rubrica. Inoltre verrà scelto un responsabile per ogni casa, il cui compito sarà organizzare i lavori di pubblicazione delle notizie, relative alla vita comunitaria del proprio paese, redatte dai futuri animatori. Come dice lo stesso promotore del laboratorio, Davide Cartillone, in questo modo “sarà favorita la comunicazione interna ed esterna alla zona”, in quanto “noi famiglia salesiana non possiamo chiudere gli occhi, ma abbiamo il compito di dialogare…utilizzando un linguaggio che più si avvicina ai giovani”. Parole queste che si pongono in continuità con il messaggio contenuto nella Strenna del 2008, nella quale il Rettor Maggiore, don Pasqual Chavez, dice che bisogna “educare con il cuore di Don Bosco, cioè, vivere il Sistema Preventivo […] con una rinnovata presenza tra i giovani, fatta di vicinanza affettiva ed effettiva […] il Sistema Preventivo di Don Bosco, ha una grande proiezione sociale: vuole collaborare con molte altre agenzie alla trasformazione della società.” Certamente, in un mondo in continua evoluzione, il campo della comunicazione riveste un ruolo tanto importante da dover essere attenzionato anche e soprattutto da una realtà, quale quella salesiana, volta principalmente al raggiungimento dei giovani e l’avanzarsi di una tale proposta è dimostrativo di ciò.

Barbara Prestianni

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