mercoledì 13 febbraio 2008

Messaggio di sua Santità Benedetto XVI per la Quaresima 2008

L’elemosina come mezzo di avvicinamento agli altri e a Dio e strumento di conversione.

"Cristo si è fatto povero per voi" con queste parole inizia il messaggio di sua Santità Benedetto XVI per la Quaresima 2008, nel quale si è soffermato sulla pratica dell’elemosina.
Nel tempo quaresimale, infatti, la Chiesa propone la preghiera, il digiuno e l’elemosina, quali impegni volti ad accompagnare i fedeli nel cammino di approfondimento del senso del proprio essere cristiani, e stimola a riscoprire la misericordia di Dio perché anche gli altri diventino, a loro volta, più misericordiosi verso i fratelli.
“L’elemosina”, dice il Pontefice, “rappresenta un modo concreto di venire in aiuto a chi è nel bisogno e, al tempo stesso, un esercizio ascetico per liberarsi dall’attaccamento ai beni terreni” i quali continua “non vanno considerati come esclusiva proprietà, ma come mezzi attraverso i quali il Signore chiama ciascuno di noi a farsi tramite della sua provvidenza verso il prossimo[…] Soccorrere le moltitudini che soffrono nell’indigenza e nell’abbandono è un dovere di giustizia prima ancora che un atto di carità”
Sua Santità ricorda inoltre che, come riportato nella Scrittura, c’è più gioia nel dare che nel ricevere, poiché il Padre celeste ricompensa le elemosine con la sua gioia.
Il “dare” deve però rimanere un’azione nascosta perché unico suo fine deve essere la gloria di Dio e il vero bene dei fratelli. Senza nessun vanto quindi, tentazione questa, invece, molto ricorrente nella moderna società dell’immagine. Per questo nelle sue parole Benedetto XVI non dimentica di ringraziare Dio per le tante persone che nel silenzio, lontano dai riflettori della società mediatica, compiono con questo spirito azioni generose di sostegno al prossimo in difficoltà.
Il messaggio si conclude con l’invito generale del Santo Padre a crescere nella carità, a riconoscere nei poveri Cristo stesso e a seguire l’esempio di Gesù che si è fatto povero e ha dato tutto sè stesso per gli altri, perchè alla sua scuola si può imparare a fare della propria vita un dono totale, rendendosi disponibili non tanto a dare qualcosa di ciò che si possiede, bensì sè stessi.

Barbara Prestianni

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